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Il Mutismo Selettivo nei bambini. Quando l’emozione non ha voce.

a cura della dott.ssa Giulia Greselin, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Il Mutismo Selettivo è un raro disturbo d’ansia (APA, 2013) che si manifesta nei bambini generalmente con l’inserimento alla scuola dell’infanzia. È un disturbo poco conosciuto e studiato, nel quale il bambino fallisce nel comunicare verbalmente in certe situazioni sociali, solitamente a scuola e nei luoghi pubblici non familiari, nonostante egli dimostri adeguate competenze linguistiche e comunicative quando si sente a suo agio, ad esempio a casa e in famiglia.

"Mutismo Selettivo" - Toby Allen

Cosa succede a questi bambini?

I bambini con MS manifestano una sintomatologia riconducibile all’emozione dell’ansia e della paura; l’incapacità di parlare è espressione di una ansia paralizzante che impedisce loro di comunicare.

La connessione tra ansia e apparato fonatorio è nota da tempo (D’Ambrosio, 2015); si evidenzia, ad esempio, nella natura di disturbi del linguaggio come le Balbuzie, ma è osservabile anche nella vita quotidiana. L’attivazione emotiva, infatti, può variare il timbro vocale e, in soggetti particolarmente ansiosi, l’alterazione può essere accompagnata dalla sensazione di “nodo alla gola”.

L’ansia, in questi bambini, si evidenzia anche dal punto di vista comportamentale: appaiono spesso inibiti, manifestano un atteggiamento di chiusura, evitano il contatto oculare, l’espressione del volto appare come “congelata”, la postura è rigida e i movimenti corporei ridotti al minimo.

Nel momento in cui il bambino riconosce l’aspettativa di dover far uscire le parole, la paura e l’arousal che la accompagna (batticuore, respiro affannoso, irrigidimento muscolare, ecc.), si attiva in modo anomalo generando un disagio tale che gli impedisce di parlare. Allo stesso tempo questi bambini riconoscono nel silenzio l’unico modo per ridurre l’ansia sperimentata, il sollievo che deriva dal non esporsi alla situazione minacciosa funziona però da rinforzo al comportamento mutacico, instaurando un circolo vizioso di evitamenti.

Perché alcuni bambini sviluppano un Mutismo Selettivo?

Non è possibile identificare un’unica causa dell’insorgenza del Mutismo Selettivo; la natura del disturbo può essere spiegata dall’interazione di diversi elementi tra cui una predisposizione temperamentale all’ansia e differenti influenze ambientali, con particolare riferimento alla familiarità con disturbi della sfera ansiosa.

Come aiutare questi bambini?

Sia per i genitori che per gli insegnanti può essere molto frustrante trovarsi di fronte al silenzio di un bambino, sono loro, d’altro canto, ad avere un ruolo fondamentale nell’aiutare questi bambini.

Forzare il bambino a parlare, con ricatti o punizioni, non porta a nessun risultato, quello da sostenere è un ambiente emotivo favorevole.

Compito degli adulti è accogliere il modo di essere del bambino e farlo sentire a suo agio nei vari contesti di vita. Può essere molto utile fornire al bambino modi alternativi per comunicare (disegno, comunicazione non verbale, scrittura..) così che possa esprimersi in libertà. Importante sarà valorizzare i suoi successi e punti di forza, per incrementare sempre più la sua autostima e autoefficacia, oltre che fornire lui le giuste occasioni per sperimentarsi nella relazione con i pari e affinare le sue abilità sociali.

Quale trattamento?

Molti studi concordano sul fatto che il trattamento più efficace per il MS sia la terapia cognitivo-comportamentale (Sharkey et al, 2008), orientata prevalentemente alla riduzione dell’ansia. Il terapeuta aiuterà il bambino a conoscere e gestire il suo mondo emotivo e ad affrontare gradualmente le situazioni sociali ansiogene, premiandolo attraverso programmi di rinforzo positivo ed incoraggiando via via forme di comunicazione più funzionali a partire da quelle non verbali.

Nei bambini in età prescolare è preferibile un approccio indiretto, con presa in carico della coppia genitoriale e stretta collaborazione con gli educatori scolastici.

Lo psicoterapeuta guiderà i genitori nel trovare le strategie più adeguate per aiutare il piccolo e correggere eventuali fattori che predispongono e mantengono lo sviluppo del disturbo.

Le consulenze con gli educatori scolastici hanno l’obiettivo di aiutarli a comprendere la natura delle difficoltà del bambino e a proporre una serie di strategie da adottare nel contesto scolastico per far sentire il bambino più rilassato, promuovere la sua autonomia e la comunicazione.

Il trattamento più efficace sembra proprio essere quello di tipo multimodale, che prenda in considerazione i diversi ambienti in cui il bambino vive e le diverse persone che ruotano intorno a lui; un intervento a 360° in cui a mettersi in gioco non è solo il bambino, ma anche la famiglia e l’ambiente scolastico.

Illustrazione: Il “Mutismo selettivo” rappresentato da Toby Allen – illustratore inglese – in Real Monsters.

Bibliografia

  1. American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, DSM-5™. American Psichiatric Publishing, Arlington, VA.
  2. D’Ambrosio M. (2015) Alle origini del mutismo selettivo: un’ipotesi di disfunzione autonomica. I care n. 40(4) pag. 137-144
  3. Sharkey L., McNicholas F. (2008) ‘More than 100 years of silence’, elective mutism. A review of the literature. Eur Child Adolesc Psychiatry
  4. Shipon-Blum E. (2010) Comprendere il mutismo selettivo. Guida per genitori, insegnanti e terapeuti. La meridiana Editore

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