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Musica e rassicurazione: il canto materno

(0 – 36 mesi)

In questo periodo di incertezze, paure, preoccupazioni, che cosa può fare la musica?

In che modo la musica può entrare nelle case delle persone ed alleviare le loro sofferenze, i loro pensieri, le loro preoccupazioni?

In che modo la musica può alleggerire i cuori, accompagnare i passi incerti di tutti noi e riportare un po’ più di serenità dentro le nostre mura di casa?

Quale importanza riveste la musica nella vita delle persone?

La musica ha sempre accompagnato molti momenti importanti delle nostre vite; ognuno di noi utilizza la musica come canale di comunicazione, di espressione, di sfogo, di relazione. Le mamme e i papà cantano canzoni e ninnenanne ai loro bambini; i bambini amano cantare canzoni anche senza avere una competenza specifica e senza lezioni di musica; gli adolescenti si identificano spesso in maniera significativa con alcuni cantanti e gruppi musicali.

Proprio in questo momento così delicato, dove le famiglie devono fronteggiare questa emergenza e sono particolarmente preoccupate del futuro dei loro figli, la musica può diventare un importante strumento di relazione e condivisione di emozioni che coinvolgono l’intero nucleo familiare.

Ecco, quindi, che il canto materno, soprattutto per i bambini più piccoli e inconsapevoli di ciò che accade intorno a loro, può rappresentare una significativa fonte di rassicurazione, non solo per il bambino che ascolta, ma anche per la madre stessa che canta.

Il canto materno consiste principalmente in un repertorio di ninnenanne e di canzoni finalizzate al gioco e alla comunicazione delle emozioni. La mamma che canta al bambino adotta uno stile particolare, diverso da quello utilizzato in altri contesti musicali.

Il canto indirizzato ai bambini è caratterizzato da un registro, il tono della voce, più alto, da un tempo lento, e dall’aumento delle qualità espressive nella voce.

Fin da piccolo, il bambino è spontaneamente portato a comunicare seguendo alcune modalità direttamente connesse al linguaggio musicale: lancia gli oggetti sul pavimento coordinando gesto motorio, respiro e voce, sbatte ritmicamente le cose fra loro ed emette vocalizzazioni quando percepisce della musica intorno a sé.

Tutte queste manifestazioni musicali espresse dal bambino sono riconducibili al ruolo che proprio il suono riveste nella relazione fra mamma e bambino già durante la vita prenatale. Infatti, già nel grembo materno, i suoni che la mamma emette volontariamente, parlando o cantando, e quelli prodotti dal corpo, come ad esempio il respiro ed il battito cardiaco, risuonano e arrivano al bambino, che percepisce sulla propria pelle, come una sorta di massaggio, una vera e propria vibrazione sonora.

Il suono, quindi, assume una grande importanza fin dai primissimi istanti della nostra vita e diventa per noi una presenza rassicurante.

Inoltre, la predisposizione universale delle madri a cantare ai loro figli e l’impatto di questo canto nella relazione di attaccamento, indica che il canto materno può avere delle caratteristiche adattive che contribuiscono all’aumento della cosiddetta “sopravvivenza neonatale”; cioè, il canto materno riesce a promuovere relazioni emozionali reciproche e a ridurre la distanza psicologica tra chi canta e chi ascolta.

Ecco alcuni piccoli consigli, per rendere la relazione musicale con il proprio bambino un’esperienza più profonda, consapevole ed emozionale:

  • Trovare a casa momenti di “ascolto scelto”: spesso, nei luoghi di vita del bambino, lo spazio acustico è tutt’altro che sgombro. È importante perciò ricreare uno spazio delimitato nella dimensione del prima e del dopo il silenzio, cioè uno spazio favorevole alla socializzazione;
  • Utilizzare la musica in base al contesto: la scelta nell’ascolto ed il canto di un brano variano a seconda di ciò che si vuole trasmettere al bambino. I brani senza parole potranno indurre rilassamento e distensione, mentre altri brani cantati produrranno una vivace attivazione da parte del bambino;
  •  Accompagnare la quotidianità del bambino: è importante che il genitore possa scegliere non solo le musiche ed i brani graditi al bambino, ma anche brani graditi a lui, per accompagnarlo nei momenti rituali della giornata, come ad esempio il cambio, il bagnetto, la nanna ed il risveglio. I brani entreranno così a far parte dei gesti rituali che accompagnano il bambino e lo rassicurano nei diversi momenti che scandiscono la sua giornata.

A cura di Flavio Franceschi – Musicoterapista, laureato in Scienze Psicologiche dello Sviluppo e dell’Educazione

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